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2 anni ago Tourism Manager 0

SALINA, la natura in un seno di donna

Continuiamo il nostro viaggio virtuale alle Eolie, con le isole dove le attività vulcaniche non sono del tutto cessate e dove il vento è l’elemento dominante.

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Il VERDE in tutte le sue gradazioni è il colore di Salina, l’antica Didyme, dal greco “gemelli”, in quanto costituita da due vulcani gemelli, che visti da lontano ricordano un sensuale seno femminile; si tratta del Monte dei Porri, geologicamente più recente, alto 860 mt. e dell’antico Fossa delle Felci, che con i suoi 962 mt. è la vetta più elevata dell’intero arcipelago, oggi Riserva Naturale Integrata. Salina è una piacevole oasi di verde nel centro del Tirreno Meridionale, ricca d’acqua dolce e con veri e propri boschi di castagni, pioppi ed altre specie arboree della macchia mediterranea, che solitamente si incontrano a latitudini superiori.

Per la verità a Salina l’attività endogena non è completamente sopita, ma è limitata ai vapori che riscaldano il terreno in località Pertuso, dove si trova anche una sorgente termale e agli “sconcassi”, nella frazione di Rinella, emanazioni sottomarine di gas idrogeno solforato e di vapori, che sconvolgono periodicamente il fondo del mare.

Salina è la seconda delle Eolie per estensione, con oltre 26 km² di superficie ed è l’unica a non fare parte del Comune di Lipari; il suo territorio, infatti, è addirittura suddiviso in tre comuni autonomi.


Il più importante è Santa Marina di Salina, sulla costa orientale, che è anche il porto principale dell’isola e che comprende anche l’abitato di Lingua, a sud est, dove si trova un misterioso laghetto costiero adibito a salina, che dà il nome all’isola. Malfa, sulla costa settentrionale, che comprende la frazione di Pollara, a occidente e Leni, posto sulla sella compresa fra i due vulcani principali e che ingloba l’abitato di Valdichiesa e l’incantevole porticciolo di Rinella, sulla costa meridionale, affiancato da una minuscola spiaggia nera come pece; una mattina di tanti anni fa, scendendo verso la spiaggia, mi accorsi con stupore che durante la notte la battigia era diventata improvvisamente rosa: si trattava del già citato fenomeno degli “sconcassi”, che aveva provocato la moria di una miriade di gamberetti, asfissiati dai gas submarini, un altro degli innumerevoli fenomeni misteriosi e affascinanti delle Eolie.

Salina è un’isola fertile, la patria del Malvasia, il cui recupero è dovuto a Carlo Hauner, artista bresciano di origine boema, un uomo innamorato a prima vista di Salina, dopo averla scoperta da semplice turista nel 1963, fino al punto di stabilirvisi nel 1970, abbandonando la sua professione di grafico; succede alle Eolie.

Hauner è morto nella sua Salina nel 1996, ma l’attività dell’azienda agricola da lui fondata è continuata tuttora dagli eredi. E’ soprattutto merito suo se è stato recuperato il marchio D.O.C. del Malvasia di Salina, un vino dolce dal sapore delizioso, ottenuto mediante l’essiccazione e la successiva pigiatura delle uve prodotte dai vigneti locali; chi ha il privilegio di assaggiarlo non si stupisce se fin da tempi remoti, il Malvasia veniva definito il “nettare degli dei”. Ma i prodotti che la terra generosa ci offre comprendono anche altri vini e soprattutto i suoi celebrati capperi, che sono le infiorescenze dell’omonima pianta (si consumano anche i frutti, più grossi, chiamati cucunci), dalle eccellenti proprietà medicamentose.

Una delle località più incantevoli dell’isola è indubbiamente Pollara, una striscia di sabbia circondata da un arco di alte pareti bianche, che costituiscono la parte visibile di un cratere sommerso, il cui centro si trova a pochi metri di profondità nel bel mezzo della baia, dagli splendidi fondali. E’ proprio qui a Pollara che il compianto Massimo Troisi ha girato la bella favola del film “Il postino”, l’ultimo da lui diretto e interpretato.
di Ermanno Sommariva